In sala operatoria come al cinema
(da “Il resto del Carlino, Quotidiano.net)
Bologna, 16 maggio 2012 – TRE DIMENSIONI per cambiare il mondo. Del cinema, certo, ma anche della sanità. Accade ieri mattina, al policlinico Sant’Orsola-Malpighi, nella chirurgia pediatrica del professor Mario Lima. Chirurghi, anestesisti e infermieri con gli occhialini (guarda il video): solo che non va in scena ‘Avatar’, il film di James Cameron che a suon di pianeti lontani e voli mozzafiato ha rivoluzionato il modo di guardare — e fare — il grande schermo. Nelle sale operatore di chirurgia mininvasiva si salva una bambina di 9 anni (guarda le foto): è il primo intervento di questo tipo mai eseguito in Italia e le tre dimensioni aiutano il chirurgo e la sua équipe a eseguire tutte le procedure in maniera perfetta.
PER QUESTO tipo di interventi, così complicati (si deve intervenire sui corpicini dei bimbi, quindi tutto è ridotto in proporzione), il 3D può quindi essere di grande aiuto. «La telecamera ha due linee video — spiega Lima — e questo permette di vedere tutte le parti su cui si interviene a 360 gradi». Medici e infermieri riempiono la sala operatoria: l’immagine esce dallo schermo, in pochi minuti l’intervento viene portato a termine. Un camice bianco stupito: «Ma io avevo visto solo il film su Pina Bausch, questo è meglio», dice.
La piccina, sapranno i genitori, è una delle prime persone in Europa a venire operata con la microchirurgia 3D: da qualche giorno aveva forti dolori alla pancia e non si capiva quale fosse il motivo del malessere. Un’ecografia ha mostrato una cisti abbastanza grande che ha portato i sanitari alla scelta di intervenire d’urgenza con una resezione epatica. Una tecnica che prevede in videolaparoscopia l’asportazione di una piccola parte del fegato e che è stata portata a termine perfettamente.Tra l’altro Lima e la sua équipe (fondamentale l’ausilio degli anestesisti guidati dalla professoressa Simonetta Baroncini e la professionalità degli infermieri) hanno potuto fruire di un ‘navigatore’ tridimensionale, nato dalla collaborazione con i colleghi di Strasburgo. che li ha guidati in tutte le fasi prima dell’intervento, dando quindi la possibilità di provare già nei giorni precedenti all’operazione le eventuali fasi critiche.
LA TELECAMERA 3D è una rivoluzione per la tecnologia sanitaria: generalmente in commercio c’erano robot che potevano costare anche un milione e mezzo di euro. La telecamera, invece, è uno strumento più flessibile e meno costosa : la commercializza tra l’altro la ditta bolognese Zaccanti spa, che distribuisce in Italia le tecnologie tedesche della Karl Storz; questo è un loro nuovo strumento. «E’ la prima volta che la usiamo in Italia — spiega l’ad Salvatore Bocchetti — e può essere una speranza per tutti, in tempi di crisi, di poter diffondere alta tecnologia a prezzi più bassi rispetto al passato». Mario Lima, che è anche il maxi direttore del dipartimento ad attività integrata del Sant’Orsola dedicato alla salute della donna, del bambino e dell’adolescente, non ha dubbi: «Si ha il dovere di continuare a cercare il nuovo — spiega —. E’ la nostra missione: se ci sono strumenti nuovi che possono aiutare nel lavoro, allora vanno vagliati e provati. E’ uno stimolo per la nostra attività». Ogni anno il centro di chirurgia pediatrica diretto da Lima — che ha avuto in cura anche le gemelline siamesi nate ormai un anno fa — esegue più di 1.800 operazione, e il 70% di queste sono ora realizzate con la chirurgia mininvasiva.
di Valerio Baroncini
(da “Il resto del Carlino, Quotidiano.net)